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Storie d’Irlanda #2 Dunluce Castle. Sulle tracce del fantasma di Maeve Roe

Judith avanzava con fatica tra le raffiche di vento e anche lì, a sessanta metri sopra il livello del mare, sbuffi di schiuma aleggiavano nell’aria come fantasmi.

Spettrale come i fantasmi che lo abitano: questa è l’impressione che si ha guardando le rovine del Castello di Dunluce nell’Irlanda del Nord, aggrappate sulle rocce a picco sul mare e continuamente sferzate dalla furia del vento del nord e dal mare in burrasca.

La leggenda narra che il castello sia infestato dai fantasmi come la gran parte dei castelli d’Irlanda, ma la storia di Maeve Roe, mi ha colpito particolarmente.

Era una notte buia e tempestosa quella in cui la nostra “Giulietta” iralndese riesce a fuggire dalla torre in cui era stata rinchiusa dal padre per avere rifiutato un matrimonio combinato. In quella notte selvaggia e tempestosa, il suo amato venne a salvarla.

La luna si stava alzando, rendendo il buio sempre meno fitto. Il vento rimbombava sopra di lui come l’eco in una galleria deserta da cui era fuggita ogni traccia di vita. I pochi alberi devastati si stagliavano contro le nubi annuendo e la terra, rannicchiata in ammassi sgraziati, aveva un aspetto sconosciuto nella semioscurità.

Non so come riuscirono a calarsi fin giù tra le rocce a picco sul mare in tempesta e provarono a rifugiarsi nella “grotta della sirena” ai piedi del castello. Da qui avrebbero dovuto provare a fuggire con una barchetta, ma la furia del mare ha spazzato via l’imbarcazione e disperso in mare i due amanti che sono morti affogati nelle gelidie acque del nord…Mi piace immaginarli mano nella mano stretti in un eterno abbraccio mentre le onde impetuose li hanno precipitati negli abbissi oppure abbattuti con violenza sulle ruvide rocce.

Il mare era un campo di battaglia, gremito di onde gigantesche che si abbattevano sulle dune di sabbia più basse e lambivano le radici della paglia marina.

I loro corpi non verranno mai trovati, ma alcune notti d’inverno un urlo straziante si ode tra le nude rocce di quel che resta del Castello di Dunluce: è solo il vento oppure è la Banshee Maeve Roe che chiama il suo amore?

Quando ho visitato l’Irlanda nel lontano 2015 purtroppo per mancanza di tempo non mi sono spinta oltre Belfast e quindi l’Irlanda del Nord è un territoriro per me completamente da esplorare e sicuramente non mancherà una tappa al Castello di Dunluce vicino alla cittadina di Portrush.

Ogni volta che le onde si ritiravano piccole montagne di spuma si raccoglievano per poi essere sparpagliate sulla terra come distese di conchiglie bianche. Il mare era così grosso che l’orizzonte era pressoché invisibile.

Il posto è estremamente suggestivo e mi piacerebbe fare un picnic al tramonto, immersa nell’atmosfera surreale e nella strana quiete che quel posto deve trasmettere.

Forse a qualcuno piacerebbe intarvedere l’ombra di Maeve Roe, ma io, per quanto mi riguarda, non ne sono così sicura!

Le citazioni sono tratte dal libro “La furia della marea” di Winston Graham Sonzogno Saga dei Poldark, mentre le foto sono prese dal web.

Mary Watson

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