Recensione Mary di Anne Eekhout – Neri Pozza

Il mondo del sapere, della verità e della logica aveva lasciato il posto a una realtà in cui poteva esistere qualsiasi cosa. Un mondo dal quale nascevano storie, dove tutto poteva essere vero.

Suggestivo, onirico e inquietante quanto basta: questo è stato per me leggere “Mary” di Anne Eekhout edito Neri Pozza.

Si tratta di un romanzo dalle sfumature gotiche che racconta in maniera romanzata una parte della vita di Mary Shelley, la parte più interessante ovvero quella in cui ha dato la vita al mostro per eccellenza: Frankenstein.

La storia si sviluppa attraverso due piani temporali differenti e alternati: il periodo in cui fu mandata in Scozia a casa di amici di famiglia per motivi di salute nel 1812 e il soggiorno estivo a Villa Diodati in Svizzera nel 1816.

Il 1816 fu l’anno senza estate, a causa dell’eruzione di un vulcano in Thailandia e quell’anno in tutta la terra ci fu un lungo inverno senza sosta fatto di freddo e pioggia.

Mary fu invitata a passare l’estate con il marito, il figlio neonato e sua sorella Claire in una villa vicino a Villa Diodati dove soggiornava Lord Bayron e il suo medico di fiducia Polidori. Come sappiamo durante le piovose e fredde serate fu indetta una gara tra di loro su chi raccontasse la migliore storia di paura. Da quel salotto uscirono due pilastri del genere gotico: Frankenstein di Mary Shelley e Il vampiro di Polidori.

“Potremmo scrivere una storia di fantasmi ciascuno”. Albe ha lo sguardo bramoso. Forse per l’alcol. Percy annuisce. “Chi scrive la storia più spaventosa, vince”.

Anne Eekhout descrive benissimo come è avvenuta la “gestazione” di Frankenstein e in particolare quanto il soggiorno in Scozia abbia contribuito non poco ad alimentare l’immagginazione già fervida della giovane Mary che ebbe una vita tra l’altro piena di sofferenze, tra cui la morte di sua madre che non conobbe mai e la morte prematura della sua prima figlia, eventi questi che segnarono profondamente la psioclogia di Mary e le inniettarono la prima dose di profonda inquietudine.

Chi è sveglio all’ora delle streghe vede tutto. Chi vede tutto, non tornerà mai più.

Il romanzo è molto bello e suggestivo eppure mi ha lasciato insoddisfatta, perchè in realtà mi aspettavo un racconto più approfondito di come sia effettivamente venuta alla luce la storia di Frankenstein che è solo accennata in quanto l’autrice ci racconta gli antefatti e quindi mi sono sentita come un bambino a cui viene tolta da sotto il naso la torta di compleanno.

Ogni volta che giravo pagina mi aspettavo determiate scene che in realtà non ci sono state neanche alla fine del libro come se questo fosse il primo di una serie e non un romanzo autoconclusivo. Questo è l’unico aspetto che mi ha fatto storcere il naso, perchè per il resto la storia è davvero molto bella e suggestiva.

Anche la parte ambientata in Scozia è molto interessante! Il folklore, la brughiera e soprattutto le persone che Mary incontrerà hanno contribuito a rendere ancora più nera la sua anima, ma io però non vedevo l’ora di tornare a Villa Diodati…

Nelle scene ambientate in Svizzera ha avuto la meglio la gelosia di Mary nei confronti della sorellastra, Claire, che sembra cogliere qualsiasi occasione per insidiare il marito di Mary, il poeta inglese Percy Shelley…

Una storia coinvolgente dalla quale mi sarei aspettata di più e che mi ha fatto venire voglia di leggere qualcosa’altro di più approfondito sulla vita tormentata di Mary Shelley!

Fuori infuria uno dei temporali più forti da quando sono lì. Le fiammelle delle candele ondeggiano come fossero tirate da dita invisibili. Si sono seduti davanti al caminetto, hanno avvicinato il divano.

Trama:

Ginevra, maggio 1816. Una giovane donna si sveglia nel cuore della notte, assediata dagli incubi del suo passato e dalla gelosia per la sorellastra, Claire, che sembra cogliere qualsiasi occasione per insidiare suo marito Percy. Lei è Mary Shelley, née Wollstonecraft, e suo marito è Percy Shelley, poeta inglese celebrato e amatissimo, che Mary ha seguito per tutta Europa fino a giungere, insieme a Claire, in quel luogo di villeggiatura sulle sponde del lago di Ginevra. Sono in cinque in vacanza a Villa Diodati, compresi John Polidori e Lord Byron detto Albe, e il 1816 è l’«anno senza estate», quando l’eruzione di un vulcano in Indonesia ha oscurato il cielo in tutto il mondo e impedito al calore del sole di allietare le loro giornate. Così, la compagnia trascorre tutte le sere di pioggia di fronte al fuoco, a bere vino e laudano e a raccontarsi storie di fantasmi. Ma i fantasmi dei racconti non sono gli unici ad abitare quella grande casa. Mary ha solo diciannove anni ma alle spalle tutta una vita vissuta, di sentimenti e avventure. E, nonostante il piccolo William sia la sua gioia, non riesce a dimenticare la figlioletta morta che ogni notte, all’ora delle streghe, la sveglia con l’eco remota di un pianto disperato. Ma soprattutto Mary non riesce a dimenticare gli eventi di quattro anni prima, in Scozia, quando a Dundee ha conosciuto Isabella Baxter e l’affascinante ma sinistro Mr Booth. Isabella, riccioli scuri e pelle chiarissima, un’adorabile fossetta sul mento, è per Mary una creatura di irresistibile fascino; Mr Booth è untuoso, e dei pomeriggi passati in casa sua con Isabella spesso Mary non ha alcuna memoria. Quegli enigmatici eventi monteranno nell’immaginazione della futura scrittrice, fino a esplodere in un vortice in cui verità e finzione si mescolano senza soluzione di continuità. Ed è da quei ricordi misteriosi che, nelle lunghe sere ginevrine, Mary partorisce un incubo che abiterà le notti del mondo per i secoli a venire: il mostro di Frankenstein.

Mary Watson

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